La grande ricchezza del Qi Gong

Il Qigong è una disciplina millenaria, nata dallo studio dei fenomeni naturali e degli scambi che le energie della terra, del cielo e dell’universo potevano avere con l’essere umano. Già dall’antichità si scoprì che l’uso del respiro condotto in modo intenzionale, spesso combinato con dei movimenti lenti e con delle visualizzazioni, induceva ad uno stato di benessere e ad una salute migliore.

Il Qi Gong è un’arte esperienziale e sperimentale. Chi lo pratica sa e sente nel proprio organismo quanti e quali benefici apportano i movimenti e le tecniche particolari, scegliendo per ogni disturbo che si desidera alleviare e per ogni giovamento che si vuole ottenere, un esercizio o un’altro.

La sua diffusione è avvenuta prevalentemente all’interno di famiglie e di scuole specifiche e gli allievi, imparando le tecniche insegnate dal maestro, per tutta la propria vita le praticavano apportando nel tempo quelle naturali e personalissime modifiche che meglio ne permettevano la pratica. Cosi facevano a propria volta gli allievi successivi, sperimentando inoltre tecniche nuove nate dalla pratica costante e facendosi guidare dai flussi energetici naturali. Qi Gong infatti significa lavoro con le energie con impegno e costanza.   Ecco che, nel corso degli anni, dei secoli e dei millenni…..la profusione di scuole antiche e recenti si è andata evolvendo e diffondendo sempre di più, dando vita a centinaia di stili differenti e decine di varianti per ogni stile o forma.

Basti pensare ai Passi dei 5 animali, a Gli Otto Pezzi di Broccato o ai Sei Suoni Terapeutici, di cui esistono moltissime differenti modalità di esecuzione, per avere chiara la vastità e ricchezza di questa disciplina e soprattutto la possibilità di adattamento ad ogni differente caratteristica personale, di salute e di età.

Maria Vaglio

Qigong, pratica terapeutica e di elevazione spirituale

Il Qi Gong, o Arte di Lunga Vita, è un’ antichissima pratica cinese. Fa parte della Medicina Tradizionale ed è basata sulla scienza della natura e sulla filosofia taoista.

La pratica del Qi Gong favorisce il buon funzionamento dell’ organismo in generale, e permette di migliorare le condizioni fisiche anche in presenza di disturbi; induce uno stato di tranquillità che migliora le funzioni neurologiche e placa le emozioni eccessive. Le funzioni cerebrali ne traggono beneficio e di conseguenza l’intero sistema vegetativo.

Il Qigong risulta così essere un ottimo metodo per la prevenzione e la cura di molte patologie e per l’acquisizione di forza fisica e vigore, rivelandosi inoltre un eccellente percorso di crescita spirituale.

Secondo il pensiero taoista l’umanità rappresenta uno dei tanti aspetti della natura e, come tale, è governata dalle stesse leggi che regolano l’ universo. Il Tao, realtà orignaria e mutevole intrinseca a tutti i fenomeni, diventa manifesto ed acquisisce forma e ordine per mezzo del continuo alternarsi di Yin e Yang, inseparabili polarità energetiche.  L’ intero cosmo è inteso come una realtà organizzata ed equilibrata, permeata di Qi, o soffio vitale, energia presente in ogni cellula, che fa scorrere il sangue attraverso il corpo e fa crescere gli alberi, provoca l’effetto di gravità sulla terra e fa girare il mondo e tutti i corpi celesti.

L’ essere umano potrebbe vivere in armonia e salute, se seguisse le leggi universali.

In rapporto con il macrocosmo, ogni individuo è un microcosmo e riflette in sé e nel proprio Qi l’avvicendarsi  dello Yin e dello Yang. L’ organismo umano è canale energetico e campo alchemico posto tra le energie del Cielo e della Terra e la pratica costante del Qi Gong agevola e promuove il collegamento e il libero scorrimento di queste forze.

Molti esercizi sono composti da sequenze di movimenti fluidi che ricordano una danza. Ispirano, in chi li esegue e in chi li osserva, una sensazione di unità con il flusso costante di energia che tutto permea.

Ideogramma parola Qigong
Ideogramma parola Qigong

Lo studio  degli ideogrammi che costituiscono la parola “Qi Gong”, permette una migliore comprensione di questa disciplina.

Il Cinese è una lingua ideogrammatica, che rappresenta concetti e atteggiamenti mentali. Il modo di pensare cinese procede per immagini concrete, cioè si pensa per mezzo di immagini, visualizzando un’idea o un’ oggetto ed esprimendosi quindi sulla cosa raffigurata.

I due caratteri che costituiscono l’ideogramma “Qi“ esprimono una forma di energia che si può manifestare in vari modi. Una di queste manifestazioni è più materiale (carattere inferiore) e rappresenta una spiga di riso sezionata in modo da riconoscerne i chicchi: simboleggia l’aspetto sostanziale della materia. L’altra (carattere superiore), indicando il vapore che rilascia il riso cuocendo e che si eleva verso l’alto, è piu eterea e rappresenta il Qi ad uno stato informe. L’ideogramma completo esprime quindi l’essenza mutevole del Qi universale che, da materiale, diventa immateriale e viceversa. Rappresenta l’elemento celeste e l’elemento terrestre, Cielo e Terra, Yang e Yin, essenza vitale che anima ogni elemento presente in natura e che, a seconda del suo grado di condensazione, è più materiale o più etereo e  spirituale.

L’ideogramma “Gong”  è costituito da due caratteri. Quello situato a sinistra significa letteralmente  “tavolinetto del fabbro” e suggerisce in tal modo un “lavoro pratico”.  Il carattere posto a destra indica “merito”, “sforzo”, “impegno”.

Giungiamo così ad una più approfondita comprensione del Qi Gong come di un accurato lavoro condotto con solerzia e perseveranza sull’ energia vitale:  attraverso lo scambio continuo con il Qi esterno vengono nutriti e purificati gli aspetti energetici più materiali e funzionali dell’ organismo; con una pratica “interna” si giunge ad una trasformazione alchemica del Qi personale in energie più sottili e spirituali.

Grazie a questa conoscenza è possibile comprendere meglio la classificazione operata dalla Medicina Tradizionale Cinese relativamente ai “Tre Tesori” custoditi nel corpo umano. Il Jing, l’energia più materiale, condensata e grossolana, che si manifesta attraverso la materia prima dell’organismo, l’ovulo lo sperma, il sangue mestruale e la saliva; rappresenta anche la potenzialità della crescita. Il Jing si trasforma in Qi, il soffio, l’essenza del respiro, l’energia vitale, più impalpabile rispetto al Jing. A sua volta il Qi viene sublimato e trasformato in Shen, la luce degli occhi, lo spirito. Lo Shen è inteso come una forma purissima di vibrazione energetica,  che accomuna tutti gli esseri viventi, risiede nel Cuore, e ne guida l’orientamento profondo,  consapevole e spirituale, nel corso della vita.

Tutte le forme di Qi Gong stimolano il flusso energetico nei Meridiani, favorito dai movimenti lenti e sinuosi e dall’ uso dell’ intenzione; nutrono e conservano il Jing ed il Qi; coltivano e sviluppano lo Shen, trasformando alchemicamente l’energia più grossolana dell’organismo in energia via via più sottile. Possiamo pensare ai tre tesori – Jing, Qi e Shen – come a corpo, energia/funzionalità fisica e mente/spirito. Contrariamente però ad alcune filosofie e religioni che pongono l’accento sulla rinuncia alle gratificazioni materiali, la filosofia Taoista parte dal principio opposto: è impossibile trovare lo spirito senza favorire le esperienze del corpo. Una delle più usate massime nell’ambito del Qi Gong è: “Raffina il Jing per ottenere il Qi, raffina il Qi per ottenere lo Shen, raffina lo Shen e ritorna al Vuoto”.

Il concetto di Qi è estremamente attuale anche per le sue straordinarie analogie con il campo quantistico della fisica moderna.

Nell’ infinitamente piccolo, a livello atomico e sub-atomico, la materia si manifesta a volte sotto forma di particelle, altre sotto forma di onde presenti in tutto lo spazio. La luce, le altre radiazioni elettromagnetiche e la stessa gravità mostrano questa natura duale, a cui la fisica moderna ha dato una risposta soddisfacente con l’ introduzione del concetto relativistico di “campo quantistico”. Il campo è un continuum presente ovunque, una “perturbazione” o “condizione” entro cui le particelle e le onde si influenzano reciprocamente e si trasformano le une nelle altre come in una danza cosmica. Avviene quindi, grazie a questo principio, l’unificazione dinamica di due concetti solo apparentemente contraddittori, considerati come aspetti differenti della medesima realtà.

Notiamo, grazie a questa teoria relativistica, l’analogia tra l’ idea di campo e il Tao inteso come Grande Vuoto senza forma, e che tuttavia produce le forme. Il concetto di campo è riscontrabile anche nell’idea di Qi presente ovunque, che può condensarsi in materia, la quale può di nuovo sublimarsi in energia, in un continuo alternarsi di Yin e Yang.

Trova così conferma nell’attuale pensiero scientifico quello che i mistici orientali affermano da migliaia di anni:

“Quando il Qi si condensa ci appare come cosa visibile e allora ci sono le forme. Quando si rarefà, la sua visibilità si annulla e allora non ci sono forme. Durante la sua condensazione si può non dire che questa è temporanea? ma quando si rarefà si può dire affrettatamente che allora non esiste? …..Il Grande Vuoto non può consistere che nel Qi; questo Qi non può che condensarsi per dar forma a tutte le cose; queste cose non possono che rarefarsi per dar luogo al Grande Vuoto” (Chang Tsai – Filosofo metafisico cinese – 1020/1077)1

(Jasmine n.63, ottobre/dicembre 2014, Anno XVIII, Periodico trimestrale pubblicato da Edizioni I.S.U.)

Citazione da “Il tao della fisica”, Fritjof Capra,  Adelphi Edizioni, pag. 247

Maria Vaglio

FONTI:

“Tao te ching”,  a cura di J.J.L. Duyvendak – Adelphi Edizioni

“Fondamenti di medicina Tradizionale Cinese”,  Franco Bottalo, Rosa Brotzu – Xenia Edizioni

“L’Arte e la Scienza del QIGONG”,  Kennet S. Cohen – Erga  Edizioni

“Ideogrammi della salute” , Fabrizia Berera – Edizioni red!

“Il Tao della fisica”, Fritjof Capra – Adelphi Edizioni

“L’ Universo elegante”,  Brian Green – Edizioni Einaudi

Il Qigong e l’amore per se stessi

Considerare l’uomo nella sua complessità, permette di comprender anche l’universo in cui viviamo.

Parte di questa immensità l’uomo la rivela nel corpo,  tempio sacro della manifestazione visibile dei due principi,  il Cielo e la Terra, elementi che in lui  si uniscono trovando espressione armoniosa nella forma che l’uomo incarna.

L’uomo, con i suoi piedi a terra che evocano le radici di ogni pianta, con il suo tronco sede degli organi vitali, con i rami che ondeggiano simili a quelli di un grande e generoso albero e il suo capo, quale chioma che si collega al cielo,  narra l’origine della vita, e ricorda che in lui risiede il principio dell’unità di cui egli ne diviene manifestazione cosciente.

È bene quindi che l’uomo, si senta a suo agio nella propria manifestazione fisica, poiché è in essa e grazie ad essa, che le emos-azioni si muovono, i pensieri vibrano nell’etere, i sentimenti trovano espressione toccando l’altro e l’ agire diviene espressione non solo della sua personale manifestazione, ma dell’immensità della Vita.

Nell’uomo lo Shen viene accolto nel Cuore Imperatore e diffuso muovendosi nel sangue, per invitarlo a prendere atto del  dono arrivato dal Cielo, affinché con il suo agire sia visibile sulla Terra.

Shen è un concetto difficile da definire per la sua natura impalpabile, ma grazie all’ideogramma di cui è composto, possiamo arrivare a comprendere che per Shen si intende il divino, lo spirito, il mistero che va onorato e venerato.

L’uomo riconosce nel Cielo qualcosa di molto più ampio verso cui aprirsi e da cui ricevere, e quando l’uomo si apre a qualcosa di più vasto si innalza verso il Cielo e il Divino scende verso di lui.

E così, il Cielo scende verso l’uomo e l’uomo sale verso il Cielo,  e in questo anelito l’uomo si unisce all’infinito e ne diviene parte.

Quando riceviamo un dono il corpo si rilassa, si apre all’accoglienza e si predispone ad accettare l’arrivo dell’inaspettato, del nuovo.

Nella pratica del Qigong, lo Shen è uno dei tre tesori, insieme al Jing e al Qi.

Parte fondamentale della pratica è  il rilassamento del corpo, 松 sōng , affinché i tesori circolino apportando il massimo bene. Song, il cui carattere presenta a sinistra il  木 mù di albero e a destra 公 gōng, contiene in sé l’idea di  un rilassamento “attivo” in cui  le parti del corpo è bene che siano rilassate ma non flaccide, un rilassamento in cui si allentano le tensioni non necessarie.

Quando si sperimenta questo particolare stato nel corpo, immediatamente appare una sensazione di vitalità e benessere: Jing, Qi e Shen circolano. L’uomo ha la possibilità di essere nel mondo con meno tensioni, che a causa di difficili esperienze si creano nel corpo , irrigidendolo.

Se l’esperienza, che ha la funzione di sollecitare l’uomo alla trasformazione non viene riconosciuta come un dono, egli si sente da questa  sovrastato. Il Cielo continua ad emanare i suoi benefici raggi, ma l’uomo appesantito si chiude e ha difficoltà a rivolgere lo sguardo verso l’alto, verso lo spazio infinito.

Rilassare, song, per permettere al Cuore Imperatore di diffondere i voleri dello Shen è un atto d’amore verso se stessi, verso il Cielo e la Terra che in noi prendono forma nel corpo. In questo modo nuovo di vivere la propria fisicità, in quel rilassamento che avviene grazie ad una pratica quotidiana di cui la consapevolezza ne è l’essenza, ci si avvicina sempre di più a se stessi.

Amare se stessi  rilassando, per diffondere il bene è qualcosa che il Qigong offre come un dono!

Ricordate di rilassare il corpo e i doni saranno copiosi!

Buona pratica

Laura Rubrianti

Assaporare il movimento

Tutto è in movimento, niente è statico. Questo è ciò che il simbolo Yin/Yang ricorda continuamente. Eppure, senza accorgercene, facciamo fatica a portare questa verità nella vita di tutti i giorni. Questo perché siamo figli di una cultura che ha creato concetti di polarità, diversi da quella orientale. L’essere fermi, idea opposta al muoversi, è uno di questi.

Fin dall’infanzia, veniamo educati al fare in funzione del ricevere, idea che crea non poche tensioni e stress, poiché riconduce al timore di non farcela a portare a termine un qualsivoglia compito o obbiettivo che ci siamo prefissi di raggiungere. Questa attitudine mentale porta inconsapevolmente a vivere la vita come una sorta di corsa per raggiungere chissà quale gran premio della montagna.

In culture diverse dalla nostra, come ad esempio quella taoista o buddista, si è  posto l’accento più sulla possibilità che ogni uomo ha di armonizzarsi ad un flusso di eventi in continuo mutamento, che non sul fare frenetico. Accade a volte, durante le nostre pratiche di Qigong o Tai Chi, di essere eccessivamente attenti all’accuratezza del movimento e tanto da divenire morbosamente meticolosi.

Questo eccesso rischia di spostare la nostra consapevolezza e  il quadro più ampio del contesto in cui la nostra pratica è inserita, a volte si perde. Accade così, che il vero rilassamento che è richiesto nel Qigong o Tai Chi tarda ad arrivare e il praticante si scoraggia. Ricordare che il Fan Song o arte del rilassamento può nascere dall’imparare a godersi la pratica in ogni momento e maggiormente mentre la stiamo imparando, rende liberi dal bisogno di cercare una sicurezza in cui riconoscersi.

Il movimento è il viaggio di ognuno, un viaggio misterioso, periglioso e senza fine che è la nostra vita.

Buona pratica

Mauro Pitorri

Le tre regolazioni

TIAO SHEN Armonizzazione del corpo – È un invito ad “ascoltare” e prendere coscienza di tutte quelle tensioni muscolari che si creano inutilmente, dovute a stress o a una postura scorretta, e rilasciarle, favorendo lo scorrimento del Qi e creando così una barriera per qualsiasi elemento nocivo che possa attaccare il nostro corpo.

La posizione è eretta. Gli occhi sono socchiusi. La percezione è quella di avere i piedi ben radicati nel terreno, come fossero profonde radici, e la testa in alto come fossimo dei giganti. Rilassare la mandibola e i muscoli del viso (accennando un “sorriso non sorriso”), le spalle, i muscoli del collo e le vertebre cervicali (spingendo lievemente il mento indietro). Rilassare l’addome e le vertebre lombari (rilasciando con delicatezza il bacino in modo che il sacro sia rivolto verso il terreno).

Rilassare le braccia, le ginocchia e tutto il corpo, immaginando di essere sostenuti da un filo sottile dal punto Bai Hui, posto sulla sommità del capo. Lasciar cadere il peso del corpo al centro dei piedi.

“La chiave per eseguire il tutto con naturalezza è la saldezza  della posizione e della concentrazione sul Dan Tian” (1) il centro energetico più importante del corpo, situato nel basso ventre.”“Il maestro ottantenne di Taiji Quan Gao Fu ripeteva instancabilmente ai suoi allievi: “Rilassatevi attraverso i piedi dentro il terreno!” (2).

La punta della lingua tocca il palato in prossimità degli incisivi superiori in un punto denominato “Ponte delle Gazze”, favorendo la circolazione energetica nei due Meridiani straordinari Ren e Du, conosciuta come Piccola Circolazione Celeste. Inoltre questa posizione della lingua è “un sistema per favorire la concentrazione…” e “…per assicurarsi che, nel caso l’energia salisse involontariamente lungo la spina dorsale, non si imprigioni nella testa.” (3)

Prendere coscienza di tutte quelle tensioni muscolari che si creano inutilmente, dovute a stress o a una postura scorretta, e rilasciarle.

Il rilassamento porta inoltre a una respirazione più profonda ed efficiente.

TIAO XI Regolarizzazione del respiro

La condizione principale è che la respirazione avvenga con naturalezza e spontaneità, con lentezza e regolarità, dirigendo la propria attenzione nel basso addome, rilassando il diaframma e gli addominali, in modo che il respiro sia lento, lungo, sottile e profondo. In questo modo si migliora l’ossigenazione delle cellule e si prolunga la loro vita.

Inspirando, il diaframma viene spinto verso il basso, provocando l’espansione dell’addome; viceversa espirando, l’aria viene emessa naturalmente, senza sforzo o pressioni di alcun tipo.

Contrariamente a quanto normalmente si crede, la respirazione addominale crea un maggiore spazio per l’espansione dei polmoni  rispetto a quella toracica; in questo modo il volume d’aria scambiato con l’esterno è maggiore e superiore sarà l’apporto di ossigeno a livello cellulare.

Inoltre il diaframma, col suo movimento, effettua un delicato e benefico massaggio agli organi interni.

“Così come un contenitore si riempie d’acqua, la respirazione addominale colma di energia il centro energetico principale, il Dan Tian. Una volta che il Dan Tian è pieno, l’energia comincia a scorrere nei meridiani, nelle ossa, e quindi in tutti i tessuti del corpo; si è pervasi da una netta sensazione di calore.  ….  La respirazione addominale …fa in modo che anche il capillare più piccolo si possa rilassare e trasportare un flusso maggiore di sangue, ossigeno e Qi”. (4)

Il ritmo respiratorio è necessariamente individuale.

TIAO XIN Quietare la Mente e il Cuore

La mente è indotta ad abbandonare i pensieri e a non identificarsi con essi; il cuore ne risulta colmato di pace e di intenzione. Tutte le preoccupazioni e le ansie vengono allontanate, per una attività mentale tranquilla, positiva e rigenerante.

È necessario creare il “vuoto”, ossia accantonare tutti i pensieri, i problemi e le aspirazioni, concentrandosi sul presente.

Quando la mente è vuota di pensieri il Cuore si riempie di intenzione, e l’intenzione muove il Qi del nostro corpo.

Uno dei metodi per quietare la mente è concentrare l’attenzione sul flusso o sul numero dei respiri, o sul Dan Tian che si colma di Qi ad ogni atto respiratorio.

Se i pensieri arrivano, osservarli senza farsi coinvolgere emotivamente e lasciarli scivolare via, come si osservano le nuvole sospinte dal vento.

Le precedenti indicazioni vanno seguite durante l’esecuzione di tutte le forme di Qigong, sia quando il corpo è fermo, sia durante i movimenti. Viceversa, praticare il Qi Gong con costanza, aiuta a rilassare il corpo, a regolarizzare il respiro e a quietare la Mente e il Cuore.

Buona pratica a tutti!

Maria Vaglio

Note:

(1) Masaru Takahashi & Stephen Brown, QIGONG, Edizioni Mediterranee (pag.31)

(2) Kennet S. Cohen, L’Arte e la Scienza del QIGONG, Erga Edizioni (pag.145)

(3) Masaru Takahashi & Stephen Brown, QIGONG, Edizioni Mediterranee (pag.36–37)

(4) Kennet S. Cohen, L’Arte e la Scienza del QIGONG, Erga Edizioni (pag.145–154)